lunedì 23 aprile 2012

Storia della moda nel XX secolo. Lezione 17. PIN UP

Con il termine Pin Up si indicano generalmente ragazze procaci e sorridenti fotografate in costume da bagno, le cui immagini iniziarono a diffondersi negli anni '40.
Le Pin Up nascono in Francia alla fine dell'ottocento, quando cominciarono ad apparire le prime riviste rivolte al pubblico medio maschile con in copertina rappresentazioni femminili in abiti succinti. Durante la Prima Guerra Mondiale l'esercito americano scoprì queste immagini, subito pensò che potessero essere utili per sollevare il morale delle truppe e decise di arruolarle e "spedirle al fronte". Durante il secondo grande conflitto il settimanale dell'esercito americanoYank iniziò quindi a pubblicare immagini di Pin Up che i soldati usavano appendere sopra le brande nelle tende di accampamento, e nel frattempo prese vita la Nose Art che disegnò ammiccanti ragazze tutte curve sui mezzi militari, in particolar modo sui bombardieri che le usavano come mascotte.


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Le Pin Up erano tipiche bellezze americane, dalle gambe lunghe, seno prorompente e naso all'insù, prosperose e attraenti, dallo sguardo fanciullesco e sereno. Erano delle dive private del loro divismo, senza quell'alone di mistero che aveva caratterizzato le dive degli anni '30. L'ampia diffusione delle loro storie sulle riviste concorse a conferire loro un carattere comune agli occhi del pubblico.
Con la fine della guerra le Pin Up vennero "congedate dal fronte" e subito assoldate dalla pubblicità che le sfruttò al fine di vendere i prodotti più diversi, in particolare tutti quei prodotti rivolti al mondo maschile.

Una Pin Up per essere definita tale doveva avere alcune caratteristiche essenziali. Prima di tutto era molto importante la postura. Le posizioni dovevano mettere in bella mostra le morbide e sinuose curve. Molto importante era anche l'espressione del volto che doveva essere ingenuo, sorridente ed accattivante nello stesso tempo, a volte con un falso broncio da ragazzina capricciosa. La Pin Up era spesso scherzosa e biricchina con il suo osservatore. Fondamentale era anche l'abbigliamento che doveva aiutare a mettere in evidenza le forme e la bellezza ma con l'effetto "vedo non vedo". Si poteva mostrare ma non troppo, coprendo i punti proibiti e lasciando spazio all'immaginazione. Una Pin Up indossava spesso corsetti stringivita, costumi o intimi con mereltti, ruche e baby doll ultra sexi. D'obbligo le calze di nylon, con la riga dietro opppure a rete con reggicalze, sotto gonne cortissime e svolazzanti e rigorose scarpe con tacchi altissimi. Una Pin Up non era mai completamente nuda e quando lo era, c'era sempre qualcosa che occultava le parti più intime, una mano, un velo o un oggetto. 
Una Pin Up si distingueva per la sua pelle molto chiara, candida. Le labbra erano sempre rosse, come le unghie di mani e piedi, sempre rosso fuoco. I capelli erano neri, biondi o rossi lunghi, arricciati e caratterizzati dalla frangetta bombata.
Una Pin Up  con innocente malizia manteneva il difficile equilibrio fra erotismo, buon gusto e discrezione. 

Ben presto il fenomeno approdò anche al cinema e al teatro, attraverso le attrici-ballerine-spogliarelliste degli spettacoli di genere Burlesque. Tra le più famose Betty Page, Betty Grable, Gypsy Rose Lee e Tempest Storm. 


Tempest Storm




Gypsy Rose Lee


Betty Grable


Betty Page

Ma la diva che più di ogni altra ha saputo emergere nel periodo dell'immediato dopoguerra è stata Rita Hayworth, giunta alla celebrità grazie al film Gilda nel 1946, che la rese nell'immaginario collettivo non solo statunitense una figura rappresentativa di un certo tipo di bellezza femminile.