Modello Bleu de Perse. Collezione A/I 1955
Nel
1954 Christian Dior rappresentava da solo il 49% delle esportazioni
di Couture verso gli Stati Uniti. Per sostenere tutto questo, però
era necessario che l'Haute Couture continuasse il suo spettacolo e
attirasse l'attenzione, creando ad ogni uscita un clima di attesa cui
rispondere con una rappresentazione teatrale adeguata.
Fin dalla
prima collezione del 1947 era stato evidente che la novità che più
aveva colpito l'immaginario collettivo era stato il repentino
allungamento delle gonne, al polpaccio o alla caviglia, negli abiti
da giorno: era il segno simbolo del New Look e Dior lo utilizzò
nelle stagioni successive per indicarne i mutamenti. I giornali lo
seguirono in questo gioco tanto che l'attesa sui centimetri da terra
a cui si sarebbe fermato l'orlo divenne l'argomento ricorrente delle
cronache di moda dei primi anni Cinquanta. Dior scelse di sviluppare
in ogni collezione solo due temi cui venivano attribuiti nomi che
riassumevano le caratteristiche fondamentali della silhouette. Le
denominazioni scelte avevano lo scopo di suggerire immagini grafiche
o dinamiche cui collegare, in modo immediato e diretto, le complesse
strutture sartoriali degli abiti.
La
rappresentazione teatrale della sfilata era preparata con metodo e
seguendo un rituale sempre uguale che vedeva Dior al centro
dell'intero progetto. Il mito del couturier creatore trovò in lui la
più perfetta personificazione: l'ideazione dipendeva solamente da
lui, dal suo gusto, dalla sua capacità evocativa.
La
composizione della sfilata dipendeva da diverse variabili, ma
soprattutto teneva conto dello spettacolo finale e della sua regia.
Ogni collezione comprendeva dai centosettanta ai duecento modelli ed
era essenziale che essi colpissero il pubblico nel loro insieme,
offrendo un'immagine di armonia complessiva in cui dovevano trovare
posto sia i capi più vendibili sia quelli più fastosi e
spettacolari, di cui avrebbe più facilmente parlato la stampa.
L'evento veniva organizzato nei più piccoli particolari e provato su
un pubblico ristretto e amico fino alla sera prima della sua
rappresentazione ufficiale.
D'altra parte
la sua riuscita era essenziale, perché su questo spettacolo si
giocava ogni volta il nome della griffe, che ormai costituiva un
affare di dimensioni colossali. Già nel 1950 la produzione Dior
rappresentava, da sola, il 50% delle esportazioni della Couture
parigina.
Ligne Muguet
Il
New Look durò sette anni. Ebbe il suo apogeo nella “Ligne Muguet”
per la primavera del 1954 e venne cancellato dalla linea H della
stagione successiva. Da un lato il gioco delle variazioni doveva
avere dato fondo alle sue possibilità, dall'altro era chiaro che
stava per nascere qualcosa di nuovo.
Poi
era accaduto un fatto imprevisto: Chanel era tornata dall'esilio e
aveva presentato una collezione rivolta a una donna moderna e
occupata in cose più interessanti che inseguire i minimi cambiamenti
delle mode. “ La moda è diventata assurda, i couturiers hanno
dimenticato che ci sono delle donne dentro ai vestiti.” Le
dichiarazioni di Chanel erano polemiche, ma contenevano un fondo di
verità di cui Dior prese atto: il New Look era finito, ormai ridotto
alle mille cattive copiature delle sarte e dell'industria di
confezione. Nelle confezioni successive il nuovo modello diritto
venne riproposto in variazioni, Dior non abdicò mai dal suo gusto
per assumere quello di altri e continuò a vestire una figura
femminile che ostentava le curve del suo corpo, che amava le gonne
larghe e i ricami fioriti. La correzione era necessaria, perché
l'eccesso di diffusione e la concorrenza di altri stili avevano messo
in serio dubbio il New Look, ma l'innovazione era stata creata senza
cancellare del tutto quella che ormai era diventata l'immagine Dior.
La linea A del 1955 ebbe un successo strepitoso negli stati uniti.
Linea A . 1955
Nel
1957, a dieci anni dalla prima collezione, la fama di Christian Dior
era giunta al culmine e la sua azienda era un impero valutato sette
miliardi di franchi. Persino il Time gli dedicò una copertina, ed
era la prima volta che questo accadeva a un couturier.
Il
27 Ottobre Dior morì improvvisamente mentre era in vacanza.
Due
settimane dopo in una conferenza stampa venne dichiarato che la
Maison avrebbe potuto continuare il suo lavoro perché erano state
poste le basi affinché tutto potesse proseguire nel senso desiderato
dal suo fondatore, anche in sua assenza, perché era stato creato uno
stile, un gusto, una tecnica e un' organizzazione che avevano sempre
caratterizzato le sue creazioni. Da questo momento l'immagine della
Maison sarebbe stata legata al nome di Yves Saint Laurent,
che era entrato come assistente allo studio solo il 20 Giugno 1955,
ma già nella collezione autunnale di quello stesso anno il maestro
aveva inserito un modello del giovanissimo assistente. Infatti la sua
collaborazione non durò pochi mesi, come accadeva con la maggior
parte dei giovani assistenti, ma al contrario si consolidò con il
tempo. Proprio poco prima di morire, Dior aveva detto “ Yves Saint
Lauren è giovane ma ha un immenso talento. Nella mia ultima
collezione ben 34 modelli saranno suoi, penso che sia il caso di
rivelarlo alla stampa, il mio prestigio non ne soffrirà affatto”.
E
cosi il 30 Gennaio 1958 presentò la sua prima collezione,concepita
su due linee: la prima era costruita sulla figura geometrica del
trapezio e sulla purezza della sua costruzione, la seconda riprendeva
lo stile Dior, gonfiando le gonne a cupola o a palloncino.
Fu
subito un successo.
Yves Saint Lauren
Vi ricordo che il testo dei post su Christian Dior è tratto da:
Storia della Moda. XVIII-XX secolo, scritto da Erica Morini per Skira editore.
Ti informo che ti ho assegnato un premio. Cristiana Dragonfly
RispondiEliminaciaoooo.. cosa vuol dire? sono curiosa ma anche un pò tonta e quindi non ho capito :: hehe
EliminaDior è stato di sicuro uno dei massimi esponenti della moda, e i suoi successori ne sono stati tutti degni.
RispondiEliminaLovely post
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