Noi gustiamo musiche delicate, bei quadri e mille squisitezze; ma non sappiamo quanto esse sono costate, ai cratori, di insonnie, di pianti, di risa spasmodiche, orticarie, asme, epilessia, e quel terrore della morte che è la cosa peggiore di tutte, e che forse voi conoscete, signora.
Alla ricerca del tempo perduto, Marcel Proust
Yves
Saint Laurent torna a Parigi nel 1962 e apre il suo atelier al numero
30 di Rue Spontini, al limitare del Bois de Boulogne. Alle
presentazione della sua prima collezione tutti i presenti
rimangono molto colpiti dalla qualità della fattura dei suoi abiti.
Le linee sono stilizzate, molto semplici e prive di fronzoli; l'idea
di vestire la donna con i pantaloni solleva molte discussioni, pone
immediatamente lo stilista fuori dagli schemi del momento, facendo di
lui un vero e proprio rivoluzionario. Il suo desiderio era quello di
dare alla donna una nuova dimensione di libertà, permettendole di
poter finalmente scegliere cosa indossare. In tutta la sua carriera
uguale peso per lui avranno la cura sartoriale e la voglia di
sovvertire le regole. Fu il primo stilista a trasferire dal
guardaroba maschile a quello femminile alcuni capi d'abbigliamento
come lo smoking e il blazer.
Negli
anni a seguire presenterà una via l'altra collezioni indimenticabili
che faranno di lui uno degli stilisti più famosi e rivoluzionari del
suo secolo; per cinquant'anni sarà il simbolo dell'eleganza e dello
stile nel mondo, un esempio di innovazione nell'alta moda e nel
prêt-à-porter, creatore di una casa di moda che ha segnato un pezzo
di storia.
Nel 1965
dedica un'intera collezione a Mondrian ( 1872-1944 pittore olandese,
importante esponente del movimento artistico De Stijl ) approfondendo
il binomio arte-moda che in quegli anni non era ancora diventato un
clichè da passerella colta e radical chic, ma un momento di
immaginazione appassionata che poneva al centro ricerca, innovazione
e un serio rischio imprenditoriale.
Nel 1967
presenta la collezione Africa dando vita a look mai visti in
precedenza: estremi e visionari, come il famoso reggiseno
angolare e appuntito di rafia e lino grezzo, e i bracciali e
accessori di ebano e avorio, quando le acquirenti dell'alta moda
pensavano ancora al filo di perle bon ton e ai diamanti.
YSL era nato
in Algeria ed era innamorato del Marocco, lui conosceva le culture
etniche e sapeva, attraverso il suo i genio e la sua abilità, come
adattarle al contemporaneo. Gli abiti tradizionali africani non
venivano da lui smorzati ne tantomeno addolciti per introdurli
nel look occidentale, ma al contrario venivano proposti in
tutta la loro forza. Probabilmente una scelta artistica e politica
allo stesso tempo; lui era in grado di guardare le diverse culture
senza contemplarle ne offenderle, ma le trasportava nel proprio mondo
e nel proprio immaginario esaltandole.
Nel
1976 il New York Time definisce la sua collezione Russa
"rivoluzionaria e destinata a cambiare il corso della moda".
Per realizzarla aveva osservato gli abiti tradizionali dei russi
del XX secolo e i famosi balletti di Léon Bakst ( 1866-1924
scenografo, illustratore e pittore russo, divenne famoso creando le
scene e i costumi per Sergej Djagilev e i suoi Balletti russi,
riuscendo a coniugare la raffinatezza del simbolismo francese con la
traduzione russa ) L'anno seguente viene presentata la
collezione cinese che prendeva ispirazione dagli abiti cinesi
imperiali. Entrambe le collezioni, opulente ed ambiziose, con il i
loro colori inebrianti, furono lette come un chiaro monito politico
alle grigie dittature che vigevano su entrambi i paesi e facevano
appello ad un ritorno al loro passato più autentico.
Nel
1971 presenta la collezione Forties, la prima retrospettiva completa
di un periodo storico preciso, l'ormai conclamato retrò che si è
economizzato nel vintage attuale. La collezione si ispirava agli '40,
gli intellettuali francesi la considerarono un apologia degli anni
bui del nazi-fascimo ma divenne particolarmente rilevante nella
storia del costume. YSL cambiò l'atteggiamento della moda verso la
storia, presentandola come interessante piattaforma di idee e
rielaborazioni; era la prima volta che un couturier proponeva una
riflessione distaccata e brillante sul buono che la storia del
costume lasciò in quegli anni.
Già
nel 1980 la produzione di Yves Saint Laurent è talmente ampia e
significativa da meritarsi una retrospettiva al Metropolitan Museum
di New York e nel 1989 il marchio entra in borsa. Dieci anni più
tardi la maison viene acquistata da Francois Pinaut e divisa in due:
la linea prêt-à-porter viene accorpata al Gruppo Gucci e
affidata alla direzione creativa Tom Ford, mentre l'Haute Couture
rimane sotto il controllo diretto di Pinault, alla condizione che
Saint Laurent continui a creare e firmare tutte le collezioni. Nel
2002 la YSL Haute Couture viene chiusa definitivamente e YSL ormai
anziano annuncia in una commuovente conferenza stampa che avrebbe
lasciato l'alta moda. Dopo una lunga malattia si spegne a Parigi la
notte del 1 giugno 2008, all'età di 71 anni.
Oggi
la Fondation Pierre Bergé in Avenue Marceau, un tempo quartier
generale dello stilista, costituisce il prolungamento della storia
della Maison Saint Laurent. Dopo i lavori di ristrutturazione la
Fondazione apre nel 2004. Oltre a conservare più di 5000 abiti di
Haute Couture, gli accessori, gli oggetti, i disegni e i bozzetti che
testimoniano i tanti anni di lavoro dello stilista, organizza mostre
di moda, pittura e fotografia.
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