Vivienne Westwood, una delle stiliste più influenti dell'epoca contemporanea, è morta il 29 dicembre 2022, all'età di 81 anni, a causa di una malattia, vissuta con riservatezza lontana dai riflettori. Il marito e partner creativo Andreas Kronthaler l'ha ricordata scrivendo „Continuerò con Vivienne nel mio cuore. Abbiamo lavorato fino ad oggi insieme e lei mi ha dato un sacco di motivi per cui andare avanti. Grazie Tesoro“.
Vivienne Westwood e Andreas Kronthaler hanno lavorato insieme trent'anni e per ventotto sono stati marito e moglie.
Sicuramente una delle coppie creative più longeve del mondo della moda.
La puntata dei podcast di Master of Fashion-Vogue Italia del 30 luglio 2021, a cura di Giovanni Montanaro, è una intervista a entrambi di Samire Larouci: https://www.spreaker.com/show/masters-of-fashion
Sui giornali, nei giorni seguenti la morte di Vivienne Westwood, abbiamo letto titoli che usavano svariati modi per descriverla, tra i quali: la dama del punk, la provocatrice della moda inglese, l'icona culturale, l'audace designer, la paladina della sostenibilità, la stilista sovversiva, la ribelle, l'attivista, l'anticonformista, l'irriverente …. ma chi è stata davvero e cosa ha fatto Vivienne Westwood nella sua lunga e onorata carriera?
Di certo è stata molto di più di una stilista che crea abiti. Si è impegnata fin dagli esordi in tante lotte politiche ed ambientali, rimanendo fedele ai suoi ideali e combattiva fino all'ultimo. Ha unito creatività e impegno sociale, usando i suoi abiti come strumento comunicativo, come efficace mezzo per lanciare messaggi di protesta, ed è sempre rimasta in prima linea e avendo qualcosa da dire.
Il motto BUY LESS, CHOOSE WELL, MAKE IT LAST! è lo slogan affisso all'interno delle sue boutique, per far riflettere sulla sostenibilità della produzione di abbigliamento. Da quando, agli inizi del 2000, Vivienne Westwood ha deciso di iniziare una campagna attiva di sensibilizzazione del mondo della moda su temi importanti come la riduzione dei consumi e degli sprechi, contro il consumismo sfrenato e contro un sistema che si basa su filiere poco sostenibili sia dal punto di vista ambientale che dei diritti umani, ha portato sul lato pratico, all'interno della sua azienda, che ad oggi è il brand indipendente più grande al mondo*, importanti scelte e cambiamenti, tra cui la fine del concetto di stagionalità e la conseguente diminuzione delle collezioni, la riduzione della produzione, la chiusura di alcuni punti di vendita e la riorganizzazione di tutta la filiera produttiva.
* tutti i grandi brand sono di proprietà o affiliati a holding del lusso
“I have always combined fashion with activism: one helps the other”
Letters To The Earth Project : https://youtu.be/c6nfQJ4YkGc
Climate Revolution è una piattaforma aggiornata quotidianamente che sottolinea l'impegno del brand per quanto riguarda la sostenibilità. E' un atto di accusa nei confronti dei meccanismi finanziari ed economici dei paesi più progrediti che sfruttano le risorse del pianeta e sono i principali responsabili del cambiamento climatico. http://climaterevolution.co.uk/wp/
Per saperne di più: https://www.viviennewestwood.com/en/sustainability/
Vivienne Westwood nasce Vivienne Isabel Swire l'8 Aprile 1941 in un villaggio nel Derbyshire, una contea nelle Midlands orientali. Cresce felice e libera tra le campagne. Nel 1958 si trasferisce con la famiglia nella periferia nord-ovest di Londra dove studia oreficeria e moda presso la Harrow School of Art. Presto però lascia l'università, affermando in seguito “avevo bisogno di uno stipendio e non credevo che il mondo della moda potesse darmi un vero lavoro” e inizia a lavorare come insegnante di scuola elementare, arte come materia principale, e nel tempo libero realizza i primi abiti e gioielli. A 22 anni sposa Derek Westwood, che lavora alla fabbrica di aspirapolveri Hoover, dal quale eredita il cognome. Nel 1963 nasce loro figlio Benjamin ma appena tre anni dopo arriva il divorzio e Vivienne torna a vivere a casa dei genitori. Tramite suo fratello minore Gordon conosce Malcolm McLaren, un giovane colto e affascinante, amante della musica e della moda, e presto i due si legano in modo personale e artistico. Nel novembre 1967 nasce loro figlio Joseph e si trasferiscono in un appartamento in un caseggiato popolare a Nightingale Lane.
https://www.metmuseum.org/art/collection/searchq=Vivienne+Westwood&sortBy=Relevance&pageSize=0
Nel 1979 i Sex Pistols si sciogliono, McLaren passa molto tempo a Parigi e lo stile di Vivienne, rimasta sola, inizia a cambiare. Le sue ispirazioni guardano ora non più solo alla strada e alla cultura giovanile ma anche ai costumi d'epoca e alla tradizione, che rielabora dando vita ad una vera e propria parodia dell'alta borghesia inglese. Inizia ad utilizzare il tweed ed il tartan, introduce il corsetto come capo d'abbigliamento da esibire, combina tecniche e materiali classici con il moderno. Inizia ad interessarsi alla sartoria tradizionale britannica e a studiare la storia della moda. Prende spunti da varie epoche storiche e correnti artistiche ai quali aggiunge sempre un tocco di grinta dissacrante.
Nel 1981 arriva la prima passerella, una sfilata ufficiale ancora in collaborazione con Malcolm McLaren. Il debutto è a Londra e la collezione si chiama Pirates. Fu un evento rivoluzionario per il mondo della moda, perché per la prima volta i vestiti non si riferivano ad un sesso specifico. A modelli e modelle viene lasciata la libertà di scegliere i propri outfit. Vivienne Westwood viene acclamata e riconosciuta dal sistema moda a livello internazionale. In questi abiti la stilista introduce il romanticismo vittoriano che segnerà gran parte della sua produzione futura. Anche le seguenti collezioni, Savage del 1982 e Buffalo del 1983, saranno grandi successi. Vivienne e Malcolm si separano sia lavorativamente che sentimentalmente nel 1983. La collezione Witches autunno-inverno 83/84 sarà la loro ultima collaborazione per il label Word's End. Da qui in poi nasce il marchio Vivienne Westwood.
Nell'aprile del 1989 Vivienne Westwood, indiscusso genio della comunicazione, compare sulla copertina della rivista Tatler travestita da Margaret Thatcher, allora tanto discusso primo ministro del Regno Unito, con la scritta “This woman was once a punk”. Si dice che il completo indossato dalla stilista nell'immagine fosse davvero stato ordinato dalla Thatcher, ma ancora non consegnato. Nel 1990 e nel 1991 ottiene il titolo di British designer of the year e nel 1992 viene invitata a Buckingham Palace dalla Regina Elisabetta II per conferirle il titolo di Dama dell'Ordine dell'Impero Brittanico (Most Excellent Order of the British Empire), per il suo lavoro nell'industria della moda britannica. Degna di essere ricordata è la fotografia scattata quel giorno all'entrata del palazzo, che la ritrae mentre fa ruotare l'ampia gonna con cui era vestita, mostrando a tutti la mancanza di biancheria intima. Impossibile rinunciare alla provocazione, neanche in un contesto tanto solenne.
* Tatler è una rivista britannica pubblicata da Condé Nast Publications dal 1901, incentrata sul fashion e lifestyle, che si rivolge alla classe medio-alta. (Wikipedia)
A questo punto faccio un passo indietro perché non posso dimenticarmi di menzionare l'importantissima collaborazione iniziata circa a metà anni '80 tra Westwood e il menager milanese Carlo D'Amario. Lui aveva già alcune importanti esperienze lavorative nella moda italiana e decise di diventare suo socio, accettando la guida menageriale del brand, nonostante che, quando conobbe Vivienne, lei possedesse indubbiamente un immenso patrimonio creativo ma nemmeno un soldo . D'Amario accettò la sfida e una delle prime importanti scelte che fece fu di spostare la produzione dei capi in Italia, dove continua in buona parte ad essere tutt'ora. Oggi D'Amario è amministratore delegato del brand, un'azienda in continua crescita, con negozi monomarca in Europa, in Asia, negli Stati Uniti, con diverse linee di moda separate, oltre a maglieria, accessori e profumi e con un fatturato annuo di milioni di sterline.
Un'altra importantissima partnership, durata 12 anni, è quella tra Vivienne Westwood e Simone Cipriani, direttore e fondatore di Etichal Fashion Initiative, programma delle Nazioni Unite dell’agenzia Itc, International Trade Centre, https://ethicalfashioninitiative.org che tra le altre cose si occupa di una catena di fornitura con artigiane che vivono in condizioni di marginalità in Africa. Vivienne ha portato in Kenia una parte della produzione e ha modificato la struttura dei margini delle vendite al dettaglio in modo da far posto, nei margini dell'azienda, ai costi più alti che implica lavorare in questo modo. Ma non solo in Kenia. Con la Itc sono andati anche in Afghanistan, dove D'Amario aveva precedenti esperienze produttive con lo stilista italiano Fiorucci. Sono arrivati a dare lavoro a 3400 donne afgane, ma con il ritorno al potere dei talebani nel 2021 la collaborazione è stata interrotta.
Nel 1989 Vivienne Westwood inizia ad insegnare Fashion Design all' Università di Arti Applicate di Vienna e lì incontra lo studente austriaco Andreas Kronthaler. Si innamorano e lui si trasferisce con lei a Londra per farle da assistente, per poi diventare suo socio e suo marito. Come facevano una volta i grandi couturier, lavorano insieme alla costruzione di ogni abito direttamente sulla modella. Con il passare degli anni sarà Kronthaler ad occuparsi sempre di più del lavoro in atelier, assumendo nel 2016 la direzione creativa del brand, mentre Westwood si occuperà principalmente dell'attività politica.
Vivienne Westwood è infatti anche nota per il suo attivismo, in particolare le sue iniziative rivolte alla protezione degli animali e alla salvaguardia dell'ambiente. Tutti i suoi prodotti sono cruelty-free, privi di pelli e pellicce di origine animale. I materiali utilizzati sono sostenibili come cotone e sete biologiche, canapa, fibre sintetiche riciclate e viscosa certificata FSC. Nel 2017 Westwood lancia la campagna Fashion switch to green per incoraggiare l'industria della moda a trasferire tutti gli uffici e negozi del regno Unito ad un fornitore di energia verde. Westwood è sostenitrice del partito inglese dei verdi e di varie associazioni e ONG, tra cui PETA, Greenpeace, Amnesty International, Cool Heart. Tra le tante iniziative ricordo il sostegno alla campagna Save the Artic!, contro le trivellazioni e la pesca industriale.
*Certificazione FSC nel settore dei prodotti tessili di origine forestale. Assicura una gestione responsabile e sostenibile delle foreste e permette la tracciabilità attraverso la catena di fornitura.
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