venerdì 13 febbraio 2015

Storia della moda nel XX secolo.Lezione 01. IL LIBERTY.seconda parte






NOTE

Tailleur
Il capo su cui non si discute, l'inossidabile coppia giacca-gonna oppure pantalone, elegante e raffinato, anche sobrio e sportivo: comunque sempre di connotazione sartoriale. Un tempo, per la particolarità del suo taglio rigoroso, non poteva che essere eseguito da un sarto da uomo, in francese, appunto, tailleur. Si deve al grande sarto inglese John Redfern il primo tailleur realizzato nel 1885 per la principessa di Galles. All'inizio, riservato a occasioni non formali, soprattutto al mattino, si afferma, semplice, senza fronzoli e sottolineato da accessori mascolini, dal gilet alla cravatta, nell'ultima decade dell'800, come espressione tipica di un desiderio di vita attiva, di un bisogno di libertà alle soglie del femminismo. È il primo passo della moda nei confronti dell'emancipazione della donna. Tuttavia il tailleur dell'epoca, se sfugge agli impedimenti dell'abbigliamento tradizionale, è tutt'altro che agevole per la donna: il sarto trasferisce nel nuovo capo le stoffe pesanti, l'intelaiatura con il crine, le spalle imbottite dell'abito maschile e solo durante la prima guerra mondiale accorcerà la gonna, raggiunta all'altezza di un palmo sotto il ginocchio, da alti stivali. Notevole è la rivisitazione del tailleur a opera di Chanel: i tempi di guerra non le offrono che il jersey ed è con questo tessuto a maglia, strutturata, sottile e duttile al ferro da stiro, che Coco crea il tailleur morbido, rigoroso, ma di assoluta femminile scioltezza, poi declinato, durante gli anni '20 e oltre, nei famosi completi in tweed, la giacca recinta di galloni, i bottoni dorati. Mai trascurato, spesso sulla cresta dell'onda, il tailleur diventa provocatorio travestimento per molte dive del passato. Marlene Dietrich ama indossare giacca e calzoni, la prima a osarli anche in pubblico, antesignana dunque di quello che diventerà l'intramontabile tailleur pantalone.

Alamari
Particolare tipo di allacciatura, costituita da ritorti fili di seta o da solida passamaneria, ripiegati a forma di asola volante, in cui infilare un bottone, in genere di legno a forma di olivetta, o di canna di bambù. La loro origine è militare. A lungo figurarono nella redingote femminile dell'800 ed ebbero un periodo di moltiplicata presenza nel secondo dopoguerra con la moda del Montgomery. Anche se saltuariamente rivivono per ragioni decorative, per sottolineare una tendenza militaresca come nei cappotti anni '70, detti Anna Karenina, o tutte le volte che non si voglia tagliare per gli occhielli un particolare tessuto o la pelliccia.


definizioni tratte da: Il dizionario della moda a cura di Guido Vergani, Baldini Castoldi Dalai editori


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